Disturbo Ossessivo della Personalità

 

Questo è il Disturbo della Personalità che conosco meglio, poiché è quello di cui ho sofferto io fin da ragazzo (i miei detrattori dicono che ne soffro ancora). Come molte altre, è una forma di disagio che si evolve dal Disturbo Borderline; più esattamente, ne costituisce un tentativo, spesso riuscito, di contenimento.

Diversamente dal più noto Disturbo Ossessivo-Compulsivo (un disturbo d'ansia piuttosto diffuso nel quale la persona cerca di scacciare angoscianti pensieri ossessivi compiendo compulsivamente azioni ripetute di ogni sorta), questo problema si manifesta come un tentativo spasmodico di mantenere il controllo di sé e perseguire la perfezione in ogni compito e ambito della vita. Tale tentativo serve a sentirsi capaci, "bravi" e a ricevere riconoscimenti di vario genere, in modo da compensare con un'alta autoefficacia la bassa autostima; è la strategia tipica, basata sull'azione, con cui le persone in gamba istintivamente gestiscono l'angoscia.

L'immagine di Sé, ovvero l'idea che abbiamo di noi stessi e conseguentemente il nostro benessere psicologico, si regge su due pilastri, l'autostima e l'autoefficacia:

- la prima nasce e si forma esclusivamente per l'accudimento ricevuto dalle figure familiari nei primi anni della nostra vita e dopo i dodici anni non può essere autonomamente modificata dalla persona; tanto più le figure accudenti ci hanno amato, quanto più alta sarà la nostra autostima.

- la seconda, invece, inizia a formarsi a partire dai cinque anni, è plasmabile per tutta la vita della persona e consiste nella sensazione di essere capaci a fare qualcosa che si genera quando un nostro comportamento ottiene riconoscimento da parte degli altri; tanti più premi e successi accumuleremo, quanto più alta sarà la nostra autoefficacia.

Come appare evidente nel narcisismo, se l'autostima è alta, la mente se ne frega dell'autoefficacia; la considera al massimo una conferma del proprio valore personale percepito. Viceversa, essa diviene fondamentale, poiché permette di trovare la seguente soluzione: "anche se non sono amabile e non valgo niente, posso essere accettato dagli altri per le mie capacità".

Al crescere della pressione emotiva il grado di perfezionismo compensatorio richiesto agli Ossessivi diventa però ingestibile e pervasivo, rendendo la persona aggressiva e insensibile alle esigenze degli altri, poiché totalmente incentrata sul controllo di sé, delle situazioni e delle persone con cui si ha una relazione. Conseguentemente, la perdita di controllo genera angoscia interiore e scontri con gli altri, portando problemi nella vita affettiva e lavorativa; questo spinge la persona Ossessiva, o i suoi familiari, a chiedere un aiuto terapeutico. Tale aiuto si configura in modo del tutto simile alla terapia per il Disturbo Borderline, ma la collaborazione col paziente è decisamente maggiore e il risultato più facile da ottenere.