Seconda ipnogita a Bomarzo

Cari ragazzi e ragazze,

Il tempo passa e nell'attesa che arrivino le castagne e l'arrossarsi delle foglie, il nazismo sanitario ha lasciato il posto al fascismo capitalistico, ma fortunatamente la continuità massonica ci fa sentire meno la transizione da un dittatore all'altro e il Nuovo Ordine Mondiale super omnes ci governa tutti benevolmente, rendendoci tutti più poveri, ricattabili e sacrificabili, in attesa di quella felicità che dovrebbe seguire il non avere nulla; sicuramente, grazie al freddo che ci aspetta, staremo tutti più vicini, abbracciati stretti stretti. Vabbè, corsi e ricorsi storici.

E proprio pensando alla Storia mi conforto, perché l'eracliteo "tutto scorre" in fondo è vero e delle grandi opere che hanno reso Erode famoso nell'antichità oggi non rimane "pietra su pietra", come aveva profetizzato il Nostro, figuriamoci quanto rimarrà del NWO dopo la prossima imminente guerra mondiale.

Macchécifrega, tanto noi siamo immersi in un ciclo di vite che passano attraverso gli eventi più vari e nulla tocca lo spirito che, a seconda dei vostri credo, raggiungerà mondi ultraterreni stabilmente o transitoriamente per poi reincarnarsi da queste parti, auguriamoci incontrando tempi più civilizzati.

Proprio per ricordarmi sempre il rapporto che esiste fra ciò che passa e ciò che resta, ciò che vive in eterno e ciò che muore ogni giorno, mi piace tornare nei luoghi dove la traccia del tempo si vede di più e dove il confine fra i mondi è più sottile. E mi piace farlo nei momenti liminali, quando il giorno lascia il posto alla notte e le tenebre che impediscono lo sguardo aprono la mente a più profonde percezioni.

Tutto passa, è vero, ma anche tutto resta nel senso che lascia sempre una traccia, in parte materiale e in parte impressa nell'etere, una dimensione alla quale la mente può accedere quando cambia la attività elettromagnetica e dunque vibrazionale. Si può vedere allora il passato, ma anche l'aldilà, gli aldilà, e così si apre la mente e si trova maggiore pace nel cuore, superato lo sgomento iniziale.

L'ilico in monopattino e mascherina, ansioso di raggiungere la farmacia più vicina, rassicurato dalla Scienzah che lo benedice dal suo televisore, è destinato alla schiavitù della paura, poiché crede solo in quello che gli viene detto, ignorando spesso le sue stesse percezioni, a cui non è in grado di dare un nome.

Molte persone, anche istruite, ignorano che gli antichi, uomini anche di duemila anni fa, non vedevano il colore blu perché non ne avevano il concetto in testa, e definivano quel colore come una tonalità di verde; solo la produzione "industriale" della tinta, originaria dell'antico Egitto, ha permesso di introdurre progressivamente nella cultura e quindi nella mente un nuovo concetto: il colore della luce, ovvero il blu.

Ancora oggi esistono tribù primitive che non possiedono la percezione di quel colore, figuriamoci quanto tempo ci vorrà per il primitivo contemporaneo prima di percepire con i sensi e di riconoscere con la mente la stimolazione energetica sottile e spirituale come una realtà ovvia, come quella del colore blu. Se oggi pensiamo a qualcuno che non concepisce il colore blu diciamo "impossibile!", pensate dunque cosa si dirà in un tempo futuro di quella gente che pensava di curarsi con farmaci sperimentali senza usare il Prana... 

La speranza però c'è, e per questo ogni tanto porto in giro qualche prescelto e gli faccio fare un'esperienza di apertura e di presenza, e capita che fra questi una mente ogni tanto si apra... Riporto un paio dei loro resoconti:

"Bomarzo. Ipnogita

Serve un'ora d'auto per arrivare a Bomarzo, ma correndo un po'. 

Al parcheggio del campo sportivo c'era un bel sole caldo, inatteso pensando al vento freddo delle ore precedenti, ma guardando solo 2 giorni indietro caldo proprio come il resto di questa estate sempre un poco più bollente di quello che avremmo voluto sopportare. 

Aspettando che arrivino tutti trovo un posto all'ombra e osservo i volti di quelli che saranno i miei compagni e le mie compagne di questa giornata di cammino. Un paio, forse tre, oltre a quello di Andrea non sono nuovi.

Sono pronto. 

Facciamo qualche metro di sentiero fino ad una piccola radura, è un crocevia, ci sono delle sepolture, di là si vede la Torre di Chia, di qua e di sotto la necropoli di Santa Cecilia, è il luogo giusto per raccontare il programma che ci aspetta. 

Prendiamo la direzione della Torre di Chia, un grande ago che, tra le fronde, a tratti spunta all'orizzonte. Arriviamo al punto panoramico che domina le rocce e il canyon di tufo coperto dal verde, in fondo il villaggio di Chia.

Finalmente il sentiero comincia a scendere, entriamo nel bosco tra la parete rocciosa e i grandi massi coperti di muschio, arriviamo al torrente e ai manufatti tufacei, resti di mulini e abitazioni, vestigia di una densa vita che gli eventi della storia e della geografia umana hanno interrotto. Dopo i ruderi dell'ultimo mulino, le cascate di Chia, anche se in questa stagione non proprio cariche d'acqua, hanno il loro fascino.

È ora di tornare sui nostri passi per dirigerci verso la necropoli di Santa Cecilia. Al centro la chiesa medievale absidata, intorno ad essa Andrea presenta l'attività che faremo. Assumiamo la postura del "palo", o qualcosa di simile (in vero il nome è più affascinante e significativo ma chisseloricorda), serve a caricare e a caricarsi della propria energia, che poi misuriamo con il nostro vicino proiettandola col dito medio nel palmo della mano.

Il sole sta calando.

Trovo una seduta comoda, posso anche poggiare la schiena sulle mura millenarie di quel che resta dell'antica chiesa.

Il sole è sceso, sale una leggera brezza, inizia la meditazione ipnotica. La mente viaggia nello spazio e nel tempo, la memoria del luogo ci avvolge, dalle palpebre chiuse non traspare alcuna luce, sensazioni di colore attraversano i sensi secondo percorsi ignoti e disegnano immagini fantastiche di personaggi onirici e racconti di famiglie, di genitori, di vita e di morte. Di scoperte. 

È buio, condividiamo l'esperienza, poi con l'aiuto delle torce saliamo il sentiero verso l'ultima tappa: la Piramide. Nessuna piramide d'Egitto ma una piramide etrusca che somiglia, in piccolo, a quelle dei Maya, mi viene in mente una somma di altari sacri. 

È ripida e con fatica ci saliamo in cima, ci raccontiamo le ultime impressioni e l'invito a sperimentare, a scoprire, a vegliare. 

L'ultimo impegno della giornata è uscire dal bosco, per la sorpresa finale: il cielo stellato. Infinito e meraviglioso. 

Attraverso una carrareccia che lambisce un uliveto torniamo verso le auto, resto indietro al gruppo, forse 20 metri, in sottofondo sento il vociare degli altri, che mi tiene compagnia ma mi lascia la la libertà di stare con me stesso, godo del tepore della sera di fine estate, alla mia destra sopra le chiome degli ulivi il grande carro sembra che faccia ogni passo insieme a me. È un momento di pienezza. 

Siamo ai saluti, non per tutti, qualcuno resta fino all'ultimo, il convivio finale a chilometri zero.

E buonanotte".

"Grazie a tutti ❤️

Esperienza di ieri  ha risvegliato in me tanti processi interiori spirituali, i quali non potevo condividere e vivere  con nessuno per lungo tempo. Vi ringrazio per essere immersi con fiducia  nel cammino in buio e che mi aver dato energia di andare avanti nonostante le paure e i limiti della nostra mente che sempre ha paura di fare qualcosa di  nuovo, fuori di schemi.  È stato preciso per me  la vostra accoglienza e sincerità con quale Andrea guidava durante il tutto percorso.  

🙏🧡"

"Per me è stata la prima escursione di questo tipo e devo dire che mi è piaciuta moltissimo. Le visualizzazioni poi sono state potenti e illuminanti. Andrea grazie per questa esperienza unica. Spero che ce ne saranno presto altre perché come hai detto anche tu è stato solo un’assaggio di quello che si potrebbe fare".

È vero, tutto questo è solo un assaggio, e posso dire che c'è chi ha visto il passato, chi ha incontrato i suoi cari esitinti e chi entità divine, è anche chi ha visto l'inferno. Chi ha percepito la propria energia corporea e chi pure quella degli altri. Chi ha sentito gli effetti di un preparato da quattro soldi in grado di agire sull'aura e chi ha aperto il terzo occhio al suono di una campana...

Come la menzogna rende schiavi, la verità rende liberi, e l'unica grande verità è che tutto è uno, e non esiste la morte, ma solo la divisione, e il superamento della stessa comporta la cessazione di ogni sofferenza.

Un abbraccio a tutti voi, Credendo Vides!

Andrea