Visioni dal futuro

Cari ragazze e ragazzi,

Finalmente trovo la serenità e il tempo per scrivere un nuovo post e far contenti i miei due lettori; troppi eventi, troppe esperienze e riflessioni per avere il tempo di condividere una pur ragionevole quantità di pensieri personali, per lo più a causa degli impegni generati dall’impresa eroica del vivere quotidiano.

Mi sembra sia passato un sacco di tempo da quando abbiamo fatto l’ultima psico-gita segreta e dalla festa di chiusura delle nostre attività; sono state dei veri successi e ricordarle mi riempie il cuore di gioia! Se la descrizione della psico-gita sarà oggetto del prossimo post, della festa vorrei esporre l’intero di ciò che ho vissuto entro di essa, ma preferisco sintetizzarlo dicendo che essere lì allargava i confini dell’Io; non sentivo più i singoli individui, ma una rete trascendente di persone sane e felici, collegate fra loro dall’impulso della voglia di vivere e di godere insieme di qualcosa di profondamento umano: la condivisione dell’esperienza passata, l’accoglienza reciproca nel presente e l’entusiasmo per il futuro.

Ebbro di vini e satollo di cibi speziati e aromi d’Oriente, per citare il Sommo Battiato, ogni partecipante ha espresso a tutti gli altri quanto ha acquisito dalle nostre attività e ci ha comunicato il suo desiderio di esperienza futura, cosa vorrebbe trovare nelle nostre prossime attività. Molti hanno rivelato il bisogno di sviluppare maggiore sicurezza e centramento in sé stessi, una più grande capacità di azione nella loro vita personale, mentre altri hanno elencato le attività che sentono li arricchirebbero: teatro, canto, danza, movimento nella natura, autoconoscenza, esoterismo, socializzazione. Nei limiti del possibile, saranno accontentati! Ho già in mente qualche attività per settembre, qualcuna per pochi e qualche altra per molti, ed è una visione del futuro prossimo venturo che, se il nostro regime fascista non ci rinchiude in casa, si realizzerà a beneficio di molti, compreso il mio, che di queste esperienze ormai non so se riuscirò a farne più a meno.

Negherei la realtà se sostenessi però che solo pensieri lieti popolano la mia mente; vi sono anche profonde e complesse elucubrazioni sul senso ultimo dell’esistenza, sull’evolversi degli eventi a venire, nonché su come gestire e risolvere problemi di ogni tipo. A titolo d’esempio, ieri la mia pappagalla, Kannon, era sparita da ore, e l’angoscia di trovarla morta in qualche angolo della casa mi faceva scoppiare la testa; fortunatamente era rimasta per errore chiusa dentro l’armadio nel quale è solita infilarsi di sottecchi, e tutto è finito bene. Un piccolo evento che mi ricorda però quanto sono vulnerabile al costo affettivo degli attaccamenti e dei sentimenti umani, e come a volte l’orizzonte trascendente nel quale collocarli affinché non siano fonte di dolore mi sfugga dalla vista. D’altro canto, se non pratichi il nichilismo buddhista, questo è ciò che ti becchi.

Insomma, per tornare all’incipit di questo post, vorrei scrivere tanto e più spesso, ma né per la letizia, né per l’angoscia riesco a trovare il tempo che ci vorrebbe a pontificare adeguatamente sopra questi stati d’animo. Però non demordo, e dunque, ogni morte di Papa, pardon di draghi, scrivo, esplorando un po’ quell’inquietudine e quell’ansia legata all’incertezza del futuro che tutti gli intelligenti, prima o poi, sperimentano.

E proprio non posso esimermi dal fare un seppur piccolo riferimento alle vicende rocambolesche del nostro amato rettile italico, che in questi giorni ha pagato lo scotto dell’essere alfiere della loggia massonica sostenuta dalla finanza speculativa, dalle idee chiare su quali sani rimedi adottare per cancellare quel migliaio d’anni di Storia e riportarci tutti al Medioevo (“ah… quei 30 milioni di abitanti in tutta Europa”, fantasticato con occhi pieni di stelline), ma in contrasto con le altre vili e sciocche logge segrete capitalistico-industriali, dal cuore tenero e, ahilui, al momento dominanti, che ritengono che il crollo dell’economia reale tanto cercato dai draghisti sarebbe deleterio per i loro patrimoni (non sia mai non si potessero più mantenere la seconda muta di cani da caccia nel loro principesco casino di campagna) e che dunque va bene la schiavitù e lo sfoltimento delle masse, però con criterio, ecchediamine!

Ma non temiamo oltremodo; come ogni servo fedele, il nostro scornato rettile, sempre che non ritorni in pompa magna a vessarci passata la farsa delle elezioni, indegno spettacolo queste di individui che possono solamente insegnare quanto in basso deve scendere un essere umano per ossequiare il potere e servire Mammona, sarà premiato dagli Avengers con qualche ruolo di rappresentanza in una delle loro associazioni turistiche, tipo la NATO. Peraltro, grazie all’ultimo film sul Doctor Strange (al quale, secondo un mio paziente, somiglio in modo inquietante) ho pure imparato che secondo la Marvel anche gli Avengers hanno il loro ramo degli Illuminati (super-eroi massoni: top! ancora più top che nel film muoiono tutti), quindi il drago non potrà che trovarsi a casa, pure se lo delocalizzano in qualche ufficio a stelle e strisce.

Scherzi a parte, l’attuale zeitgeist mi inquieta; dribblare individui culturalmente svantaggiati (come sono cambiato, non li appello più alla vecchia maniera) mascherati anche in riva al mare e con quaranta gradi all’ombra, ansiosi di inocularsi contro il temutissimo vaiolo delle scimmie perché hanno già esaurito tutti i farmaci genici sperimentali disponibili e perché la telenovela ucronazista ha smesso di sollazzarli, prendendo una piega deludente (anche oggi l’Ucraina vince domani) e un po’ noiosa (dopo che i russi si è scoperto che mangiano i vecchi in sedia a rotelle, i bambini orfani e i cani sottratti ai padroni, non è rimasto più molto da dire), e dispiacermi mentre maloreimprovvisonessunacorrelazione li decima uno a uno fra le spiagge e i campi di padel, mi fa intuire facilmente come il giorno dopo le elezioni, ma temo prima, l’infame lasciapassare con annesso controllo biopoliticosociale dell’individuo, pardon del consumatore, e inoculazioni obbligatorie plurime, torneranno allo ribalta fra il gaudio del popolino mascherato.

Non che i rituali dell’italo nazismo igienista se ne siano mai andati; basti pensare a noi “sanitari” (da non confonderci, o forse sì, con i gabinetti, i quali ritengo abbiano più dignità delle nostre categorie professionali), costretti a triplodosarci, fra breve a quadrinocularci, per poter svolgere un lavoro che fino a ieri, quando eravamo, come siamo sempre stati, a contatto con innumerevoli malattie mortali, facevamo senza nemmeno lavarci le mani. La vera perla proviene invero dal mio bizantino controllore, fra i più inconsolabili tra gli orfani del drago, alias l’Ordine degli Psicologi, che asseconda e sostiene l’obbligo dell’inoculazione genica anche per le sedute online; una vera prova di robusta razionalità e inattaccabile equilibrio mentale, a garanzia di fronte al cittadino dell’indipendenza e della scientificità che anima tale istituzione.

Insomma, mentre il lavoro mi allieta, in parte perché lo faccio orgogliosamente con il condizionatore fra i 21 e i 23 gradi fissi, alla faccia del rettile e dei fan dell’ucronazismo, in parte perché mi dà l’opportunità di passare il tempo con persone che amo e che stimo e che il destino ha voluto diventassero miei pazienti, un po' rosico lo stesso, ché mentre il mio amico Michelangelo Drago se ne sta in Tibet a vestirsi da bonzo e a rotolarsi con le fiere in paradisi di montagna, nel mio tempo libero io sto qui a meditare sul futuro della nazione, pieno di turbamento.

Per rasserenarmi un po’ mi rileggo così, alla bisogna, le “Pie Riflessioni”, di Grigory Efimovich Rasputin, edite nel 1912, un testo contenente le profezie del mistico russo che il tempo ha confermato aveva più che un semplice intuito ben sviluppato per la conoscenza delle cose al di là da venire. Riporto il mio passo preferito, ormai arcinoto:

[...] l’Italia finirà in una sterpaglia di contrasti, di difficoltà, di lotte intestine […] In questo tempo l’umanità sarà schiacciata dal frastuono dei pazzi e dei malfattori. La saggezza sarà messa in catene. Saranno l’ignorante e il prepotente a dettare la legge […] Nella notte dell’uomo bruciato, il sangue scorrerà a fiumi nella Roma dei papi e dei lestofanti. Il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente. E morirà come muoiono i serpenti.

In questa notte di sangue e di magia le stelle cambieranno luce: quelli che indossavano l’abito della delinquenza indosseranno l’abito della giustizia e quelli che erano giusti diventeranno ingiusti […] E quando sorgerà la luce del nuovo giorno, le fontane di Roma saranno piene di sangue umano, e molti corpi di potenti verranno squartati e gettati ai quattro angoli della città, affinché marciscano separati […] Roma purificata non sarà più Roma. E la notte dell’uomo bruciato rimarrà a ricordare la santa insurrezione del popolo contro il lupo famelico vestito da agnello.

...che, oltre ad essere una figura retorica tratta da Esopo, è lo stemma della Fabian Society, il club anglosassone di cui fanno parte e da cui prendono ordini i nostri servi-padroni!

E qui mi chiedo, visto che Rasputin mi sembra convincente e che vivo in centro a due passi da Piazza San Pietro, se non mi conviene affittare per tempo i posti alla finestra, come hanno fatto i furbi del ridente borgo di Bracciano in occasione del matrimonio di Tom Cruise, oppure comprare un forcone e tenerlo pronto alla bisogna, che chissà quando cavolo è ‘sta notte dell’uomo bruciato, non vorrò mica farmi trovare impreparato!

Rileggendo però quanto ho appena scritto, penso che questi pensieri un po’ anarchici potrebbero essere forieri di cattivo karma e che avrei qualche difficoltà a giustificarmi nel Giorno del Giudizio davanti a Nostro Signore con in mano il suddetto forcone (punto tutto sulla Misericordia), dunque cambio libro, ma non genere, e rimanendo sul profetico escatologico mi rileggo con fatica un testo assai dotto sull’astrologia, materia di cui ho sempre capito poco e alla quale ho creduto ancora meno, ma che ha indubitabilmente qualche freccia nel suo arco, quando fatta bene (una mia paziente mi ha fatto scoprire l’applicazione The Pattern e ne sono rimasto davvero sorpreso; pare che mi conosca meglio di me).

Tornando al libro, il testo in questione è “L’astrologia e l’avvenire del mondo” di André Barbault, edito nel 1993, il quale, parlando delle previsioni astrologiche sul futuro da lui elaborate, scrive:

La minaccia del 2020

[…] Prima di tutto non allarmiamoci. Di fatto, dato che i nostri tre cicli planetari maggiori continuano la loro fase ascendente, non dobbiamo temere il peggio e possiamo tranquillizzarci rispetto al timore di una conflagrazione universale, per esempio, supposto che tale configurazione debba manifestarsi attraverso eventi bellici […] Nel cuore di questa configurazione regna d’altronde una nota saturno-plutoniana che è più affine ai valori sordi e gravi di caduta e di voragine. Suggerisce piuttosto una levata di forze oscure di carattere distruttivo, in cui l’uomo, ossessionato da un fremito di negazione, si avvilisce, regredisce e si ottenebra. Alla sua angoscia profonda corrispondono tinte sinistre, come se il patrimonio dell’umanità si degradasse in un clima deleterio.

Per quanto sia sembrato il Pacifico il centro di gravità della crisi del 2010, il nucleo di quest’ultima [quella del 2020-2025, ricordo] è localizzato in Europa, con l’intromissione dei cicli Giove-Saturno e Urano-Nettuno. Ci si potrebbe raffigurare l’Europa come minata da forze profonde, corrosa da un male particolare, immersa in un periodo di glaciazione. Tutto ciò assomiglia a una malattia, se non a un intervento chirurgico subito dalla comunità europea.

Lo slancio del 2026

2025-2030: il periodo migliore del secolo! Si ritrovano insieme tutte le condizioni che danno una spinta prodigiosa alla storia, condotta alle supreme vette. Quale felice odissea ci è riservata? […] Questo prodigioso triangolo, amplificato dalla coppia Giove-Saturno, significa che la nuova civilizzazione mondiale, i cui albori si sono visti intorno all’anno 2000, spicca ora un gran volo. Quest’ingresso nel secondo quarto di secolo porta il sigillo del compimento di una nuova età dell’umanità […]

Siamo quindi in un’era di rivoluzioni scientifiche, di magia tecnologica, con un avanzamento eccezionale nell’ambito di innovazioni e prodezze, punta superiore di un movimento generale di una società in piena dinamica costruttiva, ben inserita in un mondo di fede e di solide certezze. Con un’economia prospera e una cooperazione pacifica, vi sono i presupposti perché si possa vivere davvero bene.

La posizione centrale e armoniosa della congiunzione Saturno-Nettuno è soprattutto espressione di una promozione degli strati inferiori della popolazione mondiale, di una sensibile elevazione del livello di vita dei diseredati, di una vittoria sulla miseria, guadagnata attraverso una solidarietà senza precedenti. Vi è in ciò una sorta di spirito di crociata che suscita una visione comunitaria rinnovata o che genera una nuova ideologia messianica. Si immagina un’umanità liberata dalla guerra e conquistata dall’utopia di una fratellanza fra uomini e da un ideale di riunificazione del mondo. È così che nasce il grande sogno del XXI secolo, la sua nobile fuga mistica. Così questi anni saranno ricordati nella storia dell’umanità.

E speriamo! Siccome alcuni mistici apocalittici e studiosi biblici identificano il 2028, precisamente i giorni della festa ebraica del Rosh Hashana, ovvero fra il 20 e il 22 settembre (quei giorni non prenderò appuntamenti, non si sa mai), come la data del ritorno di Cristo sulla Terra in carne, ossa e schiere angeliche, le ottimistiche predizioni astrologiche di Barbault sarebbero allora spiegate e giustificate, perché altrimenti dubito che ci sarebbe molto da stare allegri negli anni a venire.

Infatti, colui-che-non-può-essere-nominato, cioè Putin, sicuro non si fermerà all’Ucraina; una visitina in Germania, una nella penisola scandinava e una in Polonia, forse magari una puntatina in Gran Bretagna, temo le abbia tutte nel suo calendario. Altrettanto certamente gli Stati Uniti, che Tolkien avrebbe identificato senza indugio con la Terra di Mordor, il reame di Sauron, non tollereranno il nascere di un astro che non sia il loro e di affondare come meritano nel declino economico da essi stessi creato decenni fa, e combatteranno fino all’ultimo europeo, provocando l’ennesimo fra i genocidi che hanno caratterizzato la loro storia, verosimilmente tramite qualche piccola provocazione nucleare, con le ovvie ritorsioni del caso che ci beccheremo noi, che siamo così ansiosi di immolarci al posto loro per difendere Amazon, Netflix e gli hamburger. Quindi, in sostanza, se non arriva in tempo Gesù, altro che il medievale regno massonico del “miliardo d’oro”; a chi rimane spetterà l’età della pietra!

Poiché però al momento tutto ciò non è ancora successo, chiusi e riposti sullo scaffale i testi apocalittici, domenica me ne andrò finalmente in vacanza al mare a smaltire le mie ansie, magari fare un po’ di meditazione, con moglie e pappagalli al seguito, portandomi libri e computer per pianificare le nuove psico-gite, nuovi corsi e seminari per le tante persone amate che seguono le nostre attività e che, con la loro sola presenza, danno vera speranza all’umanità, perché testimoniano che il Bene non muore mai e tornerà sempre a sbocciare, non importa quante inutili mortificazioni e costrizioni cercheranno di imporci; nel Bene c’è Dio, e Dio non perde mai.

Buone vacanze a tutti e, come sempre, Credendo Vides!

Andrea