I nodi del cuore

Cari ragazzi e ragazze,

La calura estiva mi rallenta il cervello per le cose intellettuali, e quindi i resoconti di seminari e gite qui escono con indecente ritardo… Ma tanto, chi mi corre dietro? Le persone che ci seguono nei corsi, nei seminari e nelle gite vivono direttamente le esperienze intense che gli offriamo, mentre chi è abituato a osservarle in vetrina pensando “magari la prossima volta…”, sempre davanti alla vetrina rimarrà, e non saranno un po’ di foto e una descrizione enfatica a pareggiare l’esperienza perduta!

Il tema del nostro ultimo seminario è stato lo scioglimento dei blocchi del cuore, e per capire meglio il tutto è opportuno spiegare cosa sia, in termini mentali e animici, questa meravigliosa struttura biologico-energetica.

Il cuore è la fonte dell’impulso vitale; esso autogenera l’energia che gli serve per battere e al contempo viene regolato dalle attività ormonali endocrine e neurotrasmettitoriali che il cervello, l’inutile orpello dei più, si ostina accanitamente a produrre per effetto degli stati mentali. Naturalmente, la controparte biologica è una mera manifestazione del campo morfogenetico che ci definisce, e poiché tale campo contiene nei suoi vari livelli le informazioni più disparate, ecco che il cuore, nella sua realtà totale, diviene veicolo di tutte queste: pompa che ci tiene in vita, luogo degli impulsi istintuali volti alla conquista e al godimento, sede delle passioni e degli attaccamenti, culla dell’amore vero per il prossimo e dei legami che determinano il nostro destino, timer inarrestabile che scandisce il nostro tempo sulla terra, veicolo dell’estasi mistica per i pochi capaci di sentire la presenza divina, polarizzatore delle nostre potenzialità evolutive in direzione della libertà e della carità.

Nella concezione della medicina tradizionale cinese, il fuoco che risiede nel cuore contiene la gioia di vivere, l’amore per sé stessi e la conoscenza del Sé, la passione romantica e l’amore caritatevole, la lucidità mentale e il senso morale, la proiezione verso il futuro e la capacità di sognare, nonché la radice spirituale dell’individuo. Va da sé che le sofferenze di quest’organo bioenegetico limitano e inibiscono quanto sopra, rendendo le persone progressivamente sempre più fredde e aride, fino alla depressione, alla psicosi e alla psicopatia. Causa di tale restringimento sono le ferite più dolorose: le perdite affettive, le gravi sconfitte, le delusioni più amare, i tradimenti più crudeli, le violenze perpetrate da chi crediamo ci voglia bene.

Al di là di queste lesioni profonde, le limitazioni del cuore vengono dai legami affettivi, ovvero dalle proiezioni che facciamo sulle cose e sulle persone e che fanno sì che sentiamo queste come parte di noi, sia che le collochiamo nel passato, nel presente o nel futuro. Questi legami o attaccamenti sono fondamentali per costruire l’identità delle persone e dunque reggono il loro ego, o Io (il terrore dei santoni!), che dir si voglia; senza questi invischiamenti affettivi, le persone semplicemente non potrebbero nemmeno descriversi, se non nel loro aspetto fisico materiale. Tralasciando l’importanza della componente affettiva nell’organizzazione delle tracce mnestiche, la storia di ciascuno di noi è costituita da punti di svolta legati a scelte e decisioni che abbiamo preso in un qualche momento della nostra vita. Ognuna di queste scelte implica che abbiamo lasciato qualcosa dietro di noi: delle opportunità, delle vite possibili, realizzazioni mai avvenute, cose che avrebbero potuto essere e non saranno mai.

In base a ciò che si lascia dietro una persona viene definita saggia o stolta, ma la sostanza non cambia: ciascuno di noi è attratto e repulso da tante cose che ci chiamano o ci minacciano, e la nostra coscienza, sia essa intesa come lucidità interiore o come senso morale, deve orientarsi fra i mondi possibili ed operare le scelte che ci definiscono e con le quali dovremo confrontarci di lì a venire. A volte, nella nostra potatura di possibilità esistenziali, riteniamo necessario od opportuno trascurare appelli e richieste del presente come lasciarci dietro qualcosa a cui eravamo legati: abitudini rassicuranti, luoghi familiari, e soprattutto persone un tempo amate, o amate ancora, ma non abbastanza da mantenerci presentemente legati ad esse, non abbastanza da voler limitare la nostra libertà e il nostro sviluppo futuro per esse.

La mente può riscrivere e sostituire, ma non cancellare, e dunque ciò che abbiamo lasciato è sempre lì, dietro e dentro di noi, e poco importa se i nostri antichi cari, trascurati, lasciati, ma anche sacrificati e traditi, sono lontani, scomparsi, o morti; un pezzo di loro rimane nel nostro cuore, e lo rende, anno dopo anno, più pesante e meno lieto, sempre più vulnerabile al rimpianto, al rimorso, alla colpa. Urge allora un rimedio efficace per alleggerirci e liberarci da legature e catene; inutile sminuire e negare, puerile ingannarsi dicendo d’essere immuni al processo.

E proprio la strada del confronto, laddove un tempo esplorammo la magia logosintetica, abbiamo esplorato in questo nostro ultimo seminario: affrontare i sospesi e accettare la necessità di una riparazione ove possibile, per poi, sempre e in ogni caso, operare l’atto liberatorio di perdonarci e perdonare gli altri per il fatto di essere tutti umani, tutti soggetti alla stessa Legge universale basata al contempo sull’unione universale e sulla rottura di questa stessa unione e una solitudine parimenti universale. “Per tutto ciò che ti ho fatto ed ho lasciato in sospeso, io mi perdono, mi amo e mi accetto profondamente per quello che sono. Per tutto ciò che mi hai fatto e che hai lasciato in sospeso, io ti perdono, ti amo e ti accetto profondamente per quello che sei”. E ancora, per chiudere ammiccando a Perls e a Vanilla Sky: “Io sono io, tu sei tu. Non siamo venuti al mondo per soddisfare le nostre aspettative, ma potremo farci crescere vicendevolmente con le nostre diversità. Io faccio ciò che è mio, tu fai ciò che è tuo; se ci incontreremo in questo fare sarà bellissimo, altrimenti potremo sperimentare nuove modalità di essere per avvicinarci vicendevolmente… Ma se nemmeno questo funzionerà, allora ciao, ci rincontreremo in un’altra vita, quando saremo tutti e due gatti”🤗 .

Un abbraccio a tutti voi,

Andrea