Lo spirituale femminile entra nelle menti e apre i cuori

Cari ragazze e ragazzi,

Dieci giorni fa si è concluso il nostro seminario sullo sciamanesimo, nel corso del quale, grazie a Titiksha Ilaria Salmaso, ho potuto far provare a tutti i partecipanti la Cerimonia del Cacao, sapientemente anticipata dagli esercizi di Michelangelo Drago, pensati appositamente per aumentare il rilascio di DMT da parte del nostro cervello e quindi capaci di amplificare il vissuto esperienziale che di lì a poco sarebbe venuto.

Come da programma, abbiamo iniziato la giornata con degli interventi introduttivi sugli stati alterati di coscienza e gli effetti delle sostanze psicoattive, sull'uso del cacao nelle cerimonie tradizionali, sul potenziamento della respirazione e sulla natura degli "spiriti", per entrare quindi nella respirazione olotropica e nell'esperienza sciamanica. Su tutto questo non mi dilungherò; sarebbe accademia, chiarimento poco utile per chi c'era (che, ricordiamo, ha sempre accesso ai video dell'evento) e curiosa distrazione per chi non c'era.

Il punto su cui voglio soffermarmi è invece ciò che l'esperienza ha suscitato in me e negli altri partecipanti che hanno voluto condividerlo. Sui vissuti degli altri non dirò che poche parole, perché so che ci leggono e possono aggiungere loro, nei commenti a questo post, ciò che vogliono raccontare, e li invito calorosamente a farlo per arricchire la conoscenza di tutti noi sulla natura delle nostre esperienze profonde; dunque, parlerò della mia.

Come nella precedente occasione in cui l'ho provata, la cerimonia è consistita nell'allestire un altare dedicato alle forze elementali dei quattro punti cardinali, nell'assumere una posizione comoda che permettesse l'ingresso in uno stato spontaneo di trance, in musiche e canzoni di sottofondo, nell'assumere ovviamente la bevanda di acqua e cacao e in gesti e pratiche che Ilaria, ispirata da forze a noi sconosciute e dal suo istinto, operava sulle nostre persone mentre eravamo in stato dissociativo di auto-assorbimento.

Quasi immediatamente, appena sdraiatomi e chiusi gli occhi, sono stato pervaso da uno stato di profondo benessere e di distacco dalla realtà e dai miei pensieri, una condizione analoga a quella provata durante un bagno di gong a cui ho partecipato qualche semestre fa. Dopo un tempo che non saprei quantificare, ho percepito nettamente che "qualcosa" dall'esterno stava manipolando il mio campo energetico, rinforzandolo e rigenerandolo in una regione che l'istinto mi segnalava essere fra il quinto e il sesto strato del campo stesso, quindi sulla superficie del corpo astrale (chi conosce queste cose, sa di cosa parlo). Michelangelo mi ha poi riferito che Ilaria aveva operato a lungo su di me mentre ero in trance, dunque immagino che le cose fossero collegate.

Più avanti, ho deciso di aprire gli occhi per guardare il soffitto della sala, di modo da vedere se il cielo stellato lo sostituiva come mi era accaduto la prima volta; inizialmente sono stato deluso dal fatto che neon e polistirolo si vedevano come sempre, ma quando i neon hanno iniziato a muoversi e tutto si deformava come se la stanza stesse respirando, ho lasciato che l'esperienza scorresse allucinatoria come al solito, e non mi sono più posto domande. Infine, verso il termine dell'esperienza, quando già eravamo desti e cantavamo insieme le canzoni indicateci da Ilaria, ho percepito nettamente una daga che mi entrava nella parte sinistra del cranio, sfondandomi zigomo e orbita e recidendo il nervo ottico, fino a piantarsi in profondità dei seni nasali, il tutto accompagnato da adeguate sensazioni corrispondenti. Quando ho pensato "è così che evidentemente sono morto", la lama si è dissolta lentamente e con essa l'insopportabile dolore.

Ma tutto quanto ho appena scritto non può spiegare un'altra sensazione, di fondo, che permeava l'ambiente in modo per me evidente al termine della cerimonia. Era una sorta di energia dolce, che mi rassicurava in modo quasi materno e orientava i miei pensieri e le attività del mio corpo in modo diverso dalle mie abitudini, in una direzione di amichevole e stabile affetto rivolto verso ogni oggetto del pensiero e della percezione. Lì per lì non riuscivo a trovare un termine per definirla, ma quando Elena Narducci e altre donne dopo di lei hanno raccontato il loro vissuto allora ho capito: era lo spirito del femminile.

Molte partecipanti hanno avuto visioni durante l'esperienza, visioni perfettamente in linea con l'esperienza sciamanica di incontro con gli antenati. Donne di altri tempi e altri luoghi sono comparse alle donne presenti lì in quel momento, e anche a qualche uomo, come ho saputo dopo, e anche nei giorni seguenti la cerimonia. Il mondo degli spiriti dei trapassati, di energie informi dotate di volontà delicata e di archetipi viventi nel subconscio ha reso trasparenti le sue barriere ed ha toccato la mente di molti; da alcune persone accolto pienamente, da altre fuggito perché troppo inaspettato, per alcuni troppo lieve rispetto alla dura materia degli stimoli per loro abituali. Tale fenomeno era rivolto a tutti noi, ma nelle donne trovava il suo luogo naturale ed entro le loro menti si amplificava e si manifestava pienamente. Chi fra loro lo vorrà, spero lo racconterà qui.

Diversamente da ciò che può sembrare, anche leggendo queste righe, non sono un tipo facilmente suggestionabile e aperto a grandi fantasie. Sono un materialista, più esattamente un fisicalista, e per me il mondo dello spirito è solo un altro dominio delle leggi fisiche; so che la mente non inventa nulla, elabora solo stimoli, deformandoli sistematicamente e traducendo in simboli e in immagini una realtà cosmica che è semplicemente troppo grande per la sua comprensione. Il vuoto non esiste, né dentro né fuori la testa; tutto è permeato di forze reali, alcune luminose e visibili, altre oscure e non percepibili, ma ugualmente intense delle prime. Sono un ipnotista dilettante e conosco gli stati alterati di coscienza; sono un terapeuta esperto con oltre quindici anni di esperienza clinica di follie di ogni genere; sono un ricercatore padrone della metodologia della ricerca, amante della filosofia della scienza e conosco tutti gli errori sistematici del ragionamento e del pensiero. E, partendo da tutto questo, affermo con certezza: in quella giornata si è manifestata una forza risanatrice vitale e intelligente, anche se la sua mente era certamente aliena alla nostra, ed essa era percepibile e interagente con noi, seppure bisognava conoscere qualcosa oltre il quotidiano per riconoscerla fra gli stimoli ordinari registrati dai sensi.

Sige? Charis? Ennoea? Oppure la Barbelo in una delle sue molteplici manifestazioni? O un eone di grado inferiore? Oppure uno spirito elementale umano? Oppure un'entità meramente psichica o extra-dimensionale? A questo (per ora) non ho risposta; posso dire che era femminile e trascendentale e che l'averla percepita, anche se per poco, ha aumentato la pace nel mio cuore e la consapevolezza che la materialità densa non costituirà mai un limite invalicabile per la nostra essenza. Se morirò domani, sarà motivo in più a consolidare la sensazione di aver vissuto una vita piena, resa interessante, in buona parte, proprio da esperienze condivise come questa.

Credendo, vides! 😊