Caro Vincenzo,
è un vero peccato non leggere più spesso le tue parole...
Tu sei un "anti-spiritualista" e ciò nonostante, secondo me, hai compreso meglio di tanti sedicenti maestri spirituali, che fuggono la vita terrena perché fondamentalmente la temono e non ne
capiscono il valore, proprio il senso dell'esistenza materiale e dunque dell'incarnazione dello spirito (posto ovviamente che esista). Infatti, evidenzi con semplicità e chiarezza i due valori
centrali dell'esistenza umana: il tempo e le relazioni (e se te li ho trasmessi io, allora posso davvero morire sereno).
L'uso del nostro tempo, limitato, per gustare e consumare la vita in tutte le sue sfumature, per accumulare esperienze che ci mettano alla prova, è il senso della vita... Tolti coloro,
pochissimi, che danno all'ascesi un valore espiatorio, salvifico, magico o sacrificale e dunque la rendono un'azione finalistica immanente, a che pro fare una vita "spirituale", di digiuni,
ritiri e svuotamenti mentali, sterili ripetizioni di formule vuote, spesso per molte ore al giorno? Per avere qualche barlume, magari illusorio, di luce interiore, quando tanto sarà la dimensione
dello spirito (o il nulla) ciò che avremo dopo e perpetuamente o comunque molto a lungo? Se ora siamo carne, sangue e passioni, ci sarà un perché o no? Una cosa è non attaccarsi emotivamente a
ciò che inevitabilmente perderemo (è un po' triste essere i più ricchi del cimitero...) e un'altra è fare di tutto per evitare di usare ciò che abbiamo a disposizione, per dono o per
conquista!
Come se mi regalassero un'automobile, che sia una Ferrari nuova fiammante oppure una vecchia Fiat 500 mezza scassata, con cui potrei girare il mondo andando vicino o lontano... e invece no, mi
siedo nell'abitacolo, assumo una posizione ascetica, chiudo gli occhi e a motore fermo fantastico di unicorni e mondi immaginari... maddai! Ma caricati la tua croce sulle spalle, gira il mondo e
muori lasciando qualcosa di memorabile!
Il mio compare Michelangelo Drago, con cui tu, caro Vincenzo, senza saperlo hai in comune l'irrequietudine e la fame di esperienza, medita e scrive e forse prega e sicuramente pensa tanto, ma hai
voglia a quanto cammina e gira il mondo (vedi adesso la sua pagina Facebook) e quanta gente conosce ogni volta e quanti vissuti accumula! Anche lui, come te, ha compreso a fondo questo concetto,
ovvero dell'uso del tempo per agire, spesso operando un super-sforzo incomprensibile ai più.
Riguardo le relazioni hai, anche lì, Vincenzo, colto il punto centrale: rinnovarle, sempre. Conoscere continuamente nuove persone, confrontarsi con coloro che sono più diversi da noi,
appassionarci e dialogare insieme a loro e poi, quando siamo andati oltre la dimensione che possiamo condividere con loro, lasciarle, senza rimorsi, per andare oltre e dunque conoscerci ancora di
più e crescere ed evolverci maggiormente attraverso nuovi rapporti, in un cammino senza fine... E penso che molti si angosciano perché vanno a vivere lontano, magari che so, di ben qualche
centinaio di metri dai loro genitori, oppure perché la fidanzata che avevano al liceo li ha lasciati, o ancora rimpiangono la fine della scuola in cui lì sì che ci si divertiva!
Chi si volta indietro a guardare l'aratro, non arriverà mai al Regno dei Cieli; e nemmeno a sviluppare il suo potenziale interiore, aggiungo io. Non sto dicendo che una persona deve abbandonare
amici, partner e parenti per intraprendere nuove e sconsiderate avventure (a meno che non siano un mortifero accollo), ma che se pensa di usarli per proteggersi dalla vita, interiore ed
esteriore, allora avrà quello che cerca, e la sua anima avvizzirà in un eterno presente sterile e ricorsivo, dove la mente si inchioda al passato e rimpianto e nostalgia diverranno gli unici
compagni di lunghe e vuote giornate...
Quando si ha il coraggio di guardare se stessi e la propria, incessante, trasformazione, non si teme più né il tempo, né l'altro, che anzi si ricerca per rinnovarsi continuamente. E questo chiude
il cerchio, perché per conoscere le persone e fare le cose con loro devi alzarti dalla sedia e camminare, e parecchio pure, e dunque devi consumare il tuo tempo, senza timore che finisca.
D'altronde, com'è noto, chi cerca di salvare la sua vita la perderà, ma chi la perde per amore di se stesso e degli altri, la salverà sempre.
Un grande abbraccio,
Andrea